Le stelle dimenticate, copertina

Le stelle dimenticate

Storia delle scienziate che misurarono il cielo

di Dava Sobel

Editore: Rizzoli Libri
Anno edizione: 2017.

Recensione

a cura di Fulvio Sestagalli,
maggio 2019.

Ho acquistato questo libro pensando che fosse semplicemente un racconto in chiave femminista di alcune persone e fatti poco noti nella storia dell'astronomia, anche se importanti come Henrietta Swan Leavitt e la relazione periodo-luminosità delle variabili cefeidi.
Ho scoperto che in realtà racconta la storia dell'evoluzione dalla semplice astronomia di posizione all'astrofisica, dai primi tentativi di fotografia astronomica con lastre di vetro, preparate al momento spalmando l'emulsione liquida, fino alla catalogazione dei tipi spettrali oggi ancora in vigore (O;B;A;F;G;K;M;R;N), alla scoperta delle "doppie spettroscopiche", alla misurazione sempre più precisa delle dimensioni della Galassia, alla misurazione della distanza delle "nebulose a spirale", alla composizione delle stelle e del Sole, ecc.

Il libro parte dalla morte di Henry Draper (1837-1882), medico e professore all'Università di New York e appassionato di astronomia, che da quindici anni si era messo d'impegno a fotografare il cielo stellato con l'intento di farne un catalogo, e termina ai giorni nostri, con la digitalizzazione delle lastre realizzate in oltre cento anni di attività.
La vedova di Draper, Anna Palmer, che lo aveva aiutato per tutto il tempo, appassionandosi sempre di più, finanziò poi generosamente l'Osservatorio di Harvard per portare avanti il lavoro e la memoria del marito, dando vita all'Henry Draper Catalogue (HD) e alle successive revisioni ed estensioni.

Nel corso della lettura si incontrano nomi che sono pietre miliari dell'astronomia (George Agassiz, Solon Bailey, Bartholomeus Bok, Leon Campbell, Arthur Eddington, George Hale, Enjar Hertzsprung, Edwin Hubble, Edward Pickering, Harlow Shapley, Fred Whipple).
Assieme a questi escono dall'ombra quelli di un gruppo di donne assunte all'osservatorio di Harvard come "calcolatori umani" (chi avrebbe immaginato i computer?) che portarono avanti un lavoro certosino di catalogazione, misurazione della posizione e della luminosità e classe spettrale delle stelle, redazione e correzione delle tabelle del catalogo HD, ma che seppero anche ragionare sulle cose che vedevano e che furono le ideatrici del sistema di catalogazione degli spettri stellari e scopritrici delle doppie spettroscopiche e della relazione periodo-luminosità delle cefeidi, vedendo riconosciuto il loro lavoro solo dopo moltissimi anni: solo nel 1937 Cecilia Payne Gaposckin venne nominata Phillips Astronomer.
Selina Cranch Bond, figlia del fondatore e primo direttore dell'osservatorio di Harvvard, calcolava le correzioni per la rifrazione atmosferica e i moti di rivoluzione, precessione e nutazione della Terra da apportare alle misure di posizione delle stelle.
Annie Jump Cannon, inventrice della classificazione delle classi spettrali tuttora in uso, classificò mezzo milione di spettri stellari e tenne aggiornate le schede osservative di duecentomila variabili, lavorando per oltre 40 anni, fino all'età di 77 anni.
Williamina Paton Stevens Fleming, nata in Scozia, dove aveva fatto l'insegnante, si trasferì negli Stati Uniti in seguito al matrimonio con J. O. Fleming. Rimasta vedova venne assunta nel 1879 come cameriera negli alloggi del personale. Le sue capacità matematiche furono notate dalla moglie di Pickering e le fu affidato l'incarico di copista e addetta ai calcoli. Preparò un primo sistema di classificazione spettrale basato su quello di Fraunhofer, esteso all'ultravioletto, catalogandone circa diecimila. Divenne supervisore del gruppo di 14 "calcolatrici", pubblicò The Draper Catalogue of Stellar Spectra nel 1890, correggendone le tavole per circa un milione di cifre. Divenne responsabile della catalogazione e archiviazione delle lastre (nel 1890 erano già quasi 8.000, nel 1893 erano 30.000, del peso complessivo di 8 tonnellate!), facilitandone il lavoro di consultazione. Scoprì numerose variabili e doppie spettroscopiche, fra cui la Beta Lyrae, la decima nova della storia (e prima spettroscopica).

L'elenco prosegue con Henrietta Swan Leavitt, Antonia Maury, Maria Mitchell, Cecilia Payne, Margaret Walton, Anna Winlock e altre, non meno importanti e produttive, anche se poco riconosciute. Il tutto mescolato alla vita e alla nascita dell'osservatorio "Sud" ad Arequipa in Perù, spostato poi in Sudafrica, all'incalzare delle scoperte, all'inizio degli annunci astronomici telegrafici e a tanti altri aneddoti che raccontano l'evoluzione della scienza in 150 anni (lo sapevate che c'erano astronomi convinti che il sole fosse potenzialmente abitabile(!) e che la presenza dell'elio sulla terra fu dimostrata solo nel 1895?).

Una lettura avvincente e mai banale.

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